Feltri Vittorio
                                    Fascisti della parola
                                    Rizzoli
                                    18
                              
                                    9788817173841
                                    0
                                    
                                    Varia
                                
                                    9
                                
                                    60
                                    SOCIETA', COMUNICAZIONE, MASS MEDIA
                                
                                    Scienze sociali e umane
                                
                                
                                           
                               
                                
                                    Feltri Vittorio
                                    Fascisti della parola
                                    Editore: Rizzoli
                                    Prezzo: 18,00 €
                                    Collana: Varia
                                    
                                    
                                    Anno di pubblicazione: 2023
      
                                    Tipologia: Libro rilegato
                                    Scaffale: SOCIETA', COMUNICAZIONE, MASS MEDIA
                                    Settore: Scienze sociali e umane
                                    Pagine: 204
                                    EAN: 9788817173841
                                    
                                    
                                    
                                 
                             
                            
                         
                        Descrizione
                            Con le parole si può giocare, ma non si scherza. Sono roba seria. Infatti, uno dei primi segni di un potere totalitario e liberticida è proprio il controllo del linguaggio. L'imposizione della censura di alcuni termini non è pratica che riguarda il passato, anzi, è più attuale che mai. Più andiamo avanti e più regrediamo in questo ambito. Più diventiamo moralistici, smarrendo tuttavia morale ed etica, più ci concentriamo sull'uso di determinati vocaboli, facendone una malattia. Così si è data vita alla battaglia più stupida, vana, insulsa e folle della nostra storia: quella al dizionario. Oggi non si può più dire ""negro"" al negro né si può più dire ""zingaro"", ""rom"" o ""nomade"". Non si può dire che uno è ""cieco"", semmai è un ""non vedente"". Non si può dire ""sordo"", al massimo ""audioleso"". Non si può dire ""spazzino"", ma solo ""operatore ecologico"". Non si può dire ""bidella"", ma solamente ""operatrice scolastica"". Non si può dare del terrone al terrone mentre è corretto dare del polentone a un polentone. E guai a dire ""frocio"" o ""finocchio"", a meno che tu stesso non sia omosessuale, in tal caso diventa lecito. Per non parlare della repulsione diffusa nei confronti dei sostantivi maschili. Se aggiungi l'astina alla vocale ""o"", se declini tutto al femminile, allora sei una bella persona, altrimenti vieni etichettato quale maschilista tossico e pure farabutto. Il politicamente corretto applicato al linguaggio secondo Feltri è il male del secolo, ed è giunto il momento di dire basta, di tornare a parlare come mangiamo.